Il Coordinatore 

Per promuovere il processo di pianificazione sociale, è prevista la figura del Coordinatore.
La regione Campania è stata la Regione che più di ogni altra ha sviluppato e caratterizzato questa figura sostenendone in modo significativo l'implementazione nel sistema. Le norme regionali hanno infatti previsto la nomina di un coordinatore  scelto all'interno di professionalità sociali, al fine di superare le difficoltà di progettazione del piano sociale di zona e della sua realizzazione.

Il coordinatore, inteso come strumento tecnico a disposizione dei comuni dell'ambito territoriale, si avvale di una struttura tecnica ed amministrativa snella ed ha la funzione di:
1. curare, in collaborazione con l'ufficio di piano e coi responsabili di distretto, la redazione della proposta del piano di zona e del bilancio sociale in base alle linee espresse dai comitati dei sindaci e concertate con le diverse realtà territoriali;
2. svolgere compiti di coordinamento del processo di costruzione del piano attivando rapporti, relazioni e attività di concertazione, sulla base delle indicazioni dei sindaci dei comuni dell'ambito territoriale di riferimento;
3. svolgere funzioni di monitoraggio sullo stato di attuazione del piano di zona segnalando al comitato dei sindaci eventuali difficoltà in ordine agli obiettivi definiti nel piano;
4. supporta il comitato dei sindaci nella organizzazione e nel coordinamento degli uffici di promozione sociale.

 

L'ufficio di piano

La maggioranza delle regioni ha previsto la costituzione e il funzionamento di un organismo tecnico rappresentativo di tutti i comuni dell'ambito territoriale che funzioni da supporto tecnico del comitato dei sindaci. Alcune regioni - precisamente le Marche, l'Abruzzo, la Campania e la Lombardia - hanno chiamato tale organismo "Ufficio di piano" o "Gruppo di piano".
La Campania ha delineato con maggior dettaglio le caratteristiche dell'Ufficio di piano che ha le seguenti competenze tali da:
1. predisporre gli atti per l'organizzazione dei servizi e per l'eventuale affidamento di essi ad altri soggetti;
2. atti finanziari;
3. predisporre l'articolato dei protocolli di intesa e degli altri atti volti a realizzare il coordinamento con gli organi periferici delle amministrazioni statali;
4. organizzare la raccolta delle informazioni e dei dati anche al fine della realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione;
5. predisporre tutti gli altri necessari all'assolvimento da parte del comune capofila dell'obbligo di rendicontazione;
6. promuovere iniziative per il reperimento di altre risorse;
7. proposte al coordinamento istituzionale.


Anche l'Abruzzo ha previsto un organismo di questo tipo che si chiama "Gruppo di Piano" ma la differenza vera rispetto a quelli visti sinora è che in esso viene prevista la partecipazione dei rappresentanti politici e della ASL. La Lombardia è la più scarna rinviando all'accordo di programma la composizione definendo l'Ufficio del piano come un organismo tecnico che, in raccordo con l'assemblea dei sindaci, opera per la programmazione e l'attuazione del piano di zona.
Altre due regioni - la Liguria e la Toscana - hanno chiamato l'organismo tecnico, "segreteria tecnica". In particolare la Toscana ha dedicato particolare attenzione a questo organismo qualificando la Segreteria tecnica come una struttura tecnico organizzativa di staff, formalmente costituita dalla articolazione zonale della Conferenza dei sindaci con riferimento ai settori socio-assistenziale, socio-sanitario e socio-educativo. Essa opera nell'ambito della progettazione sociale e contribuisce a definire e gestire strumenti propositivi, progettuali, valutativi, di monitoraggio in attuazione delle scelte di livello strategico e politico.
In Emilia Romagna infine tale organismo viene chiamato "tavolo tecnico" e ad esso sono assegnate le funzioni di regia operativa del processo di elaborazione del Piano, di coordinamento operativo dei diversi attori in campo oltre ché dei compiti di istruttoria tecnica e di supporto decisionale al coordinamento politico di distretto mentre la regione Lazio ha previsto una struttura di coordinamento e gestione a livello distrettuale che si chiama Struttura del Piano.
In conclusione possiamo dire che la maggior parte delle regioni hanno previsto un organismo tecnico (ufficio di piano, segreteria tecnica, ecc.) di supporto al comitato dei sindaci che ha il compito di predisporre il piano di zona secondo le linee del Comitato stesso.